Calcolare il proprio budget per richiedere un mutuo

Prima di richiedere un mutuo, bisognerebbe calcolare il proprio budget. I quesiti che vengono posti sono sul capitale a cui si può far riferimento con sicurezza e quale sia la rata mensile che si può investire tenendo conto dei stipendi e altre entrate e spese mensili.

Quando ci si reca in uno sportello bancario le prime cose che vengono analizzate sono proprio la disponibilità finanziaria e i rispettivi guadagni; inoltre è necessario dare alcune informazioni sull’ammontare dello stipendio, se ci sono altre fonti di reddito, le spese che si affrontano mensilmente, se ci sono persone a carico.

Per far fronte a tale test è sufficiente eseguire uno specchietto tenendo in considerazione le varie entrate e le spese mensili per ottenere poi una consapevolezza sulla capacità di risparmio e un successivo mutuo da aprire.

Tale elaborato può essere necessario anche per distribuire nel migliore dei modi un badget familiare eliminando magari spese superflue.

Per i dipendenti è più semplice in quanto basta collocare lo stipendio netto dei membri familiari, gli interessi che derivano da vari investimenti che vengono effettuati, inoltre da canoni di locazione derivati da altri immobili che non vengono venduti per accumulare il denaro utile per acquistare la casa.

Per i liberi professionisti diventa più complicato il conteggio, in quanto le entrate non si verificano ogni mese e in modo diverso.

Perciò è necessario riassumere i guadagni ogni anno, annotando la cadenza impiegata dal denaro per entrare in un badget.

Bisogna tenere in considerazione i canoni del leasing e i costi dello studio che rientrano tra le spese dei professionisti.

Per quanto riguarda i costi mensii,  bisogna censire quelli totali della famiglia, quindi si tiene in considerazione la spesa mensile per l’alimentazione, l’abbigliamento, le bollette dei vari consumi che si effettuano in casa, l’affitto e spese condominiali, assicurazioni e salute, per il tempo libero, le vacanze, l’auto, per la scuola e l’istruzione, per vari imprevisti; senza dimenticare la quota mensile di imposte per l’Irpef, interessa maggiormente coloro che possiedono delle entrate che alla base non sono tassate.

Quando si diventa proprietari, la spesa dell’affitto sparirà dal budjet e viene sostituita dalla rata del mutuo; invece le spese condominiali continueranno a persistere.

Di certo restano anche le spese della casa e dell’Irpef.

Tali conti sono indispensabili per capire meglio dove è possibile limitarsi con le spese, naturalmente i tagli non vanno effettuati sull’alimentazione o necessità della famiglia, piuttosto sul tempo libero o vacanze per arrivare poi a risparmiare qualcosa adibito all’acquisto di una casa.

Una volta terminato il budjet si può decifrare le uscite da togliere al totale delle entrate, quello che ne risulta è la somma di denaro che si impiega per il risparmio utile per rimborsare la rata del mutuo.

Da considerare ci sono anche le spese per diventare proprietari, quelle legate alla compravendita e quelle per la manutenzione della casa.

Le spese che riguardano il trasferimento comprendono la parte per il notaio, le imposte da versare, varie provvigioni per l’agente immobiliare, la spesa del trasloco e del cambio delle utenze, da mettere in preventivo al 10-12% del prezzo stimato per l’immobile.

Resta più complicato da capire lo stato di manutenzione dell’immobile che si acquista, perciò è opportuno mettere da parte una somma di denaro per l’immobile in modo tale da non restare impreparati per ogni eventualità e per l’arredamento della casa.