La malta utilizzata nella bioedilizia

La malta utilizzata nella bioedilizia, deriva da leganti e agglomerati, che impastati con l’acqua formano il composto. I leganti della malta, devono essere dosati nella giusta proporzione tra di loro, onde ottenere un preparato inadatto.

Nelle malte, oltre ai leganti, devono esserci anche gli inerti. Il loro rapporto deve essere adeguato altrimenti l’impasto non fa buona presa. La malta con il tempo indurisce conservandosi e resistendo a qualsiasi agente.

La malta, acquista un nome a seconda del legante utilizzato nel composto, quindi ci sarà unamalta di calce, di calce idraulica, malta di cemento, malta di gesso, malta di pozzolana, ecc.

Le malte in base al legante si possono definire: magre o povere e grasse o ricche; quando gli agglomerati sono diversi in un composto si chiamano malte bastarde.

Per la maggior parte delle malte, come inerte, viene utilizzata la sabbia, la quale può essere di cava, di fiume o di mare. Quella di mare non è idonea per l’edilizia.

Impasto di malta

In un impasto di cemento, sono rilevanti sia la qualità del legante, che della sabbia. Per determinare la qualità dei materiali utilizzati, si utilizza la curva granulometrica. Le curve di Fuller sono dei parametri stabiliti dalla legge con cui viene valutata la qualità della sabbia. La granulosità dell’inerte si ottiene passando la sabbia in un setaccio manuale o meccanico.

La sabbia può essere: fine per intonaci lisci; media per lavori grezzi e murature; grossa per rustici e murature.

La sabbia migliore è quella dei fiumi, ma si trova anche nel sottosuolo. Prima di adoperarla, va lavata per eliminare la polvere di roccia.

Nella sabbia marina invece, vanno tolti i sali che sono nocivi quando si utilizza nell’edilizia. Con i sali, la malta si secca con difficoltà e non regge i pesi.

Se l’inerte è grosso sarà più duraturo l’impasto, mentre se l'inerte impastato è fine si lavora meglio la malta.

Attualmente per gli impasti, si usa della sabbia fine, che necessita di più legante. Quindi oltre ad essere più elevato il costo della malta, c’è anche l’inconveniente che con l’ impasto si rovina prima.

La malta può essere impastata a mano o con macchine impastatrici. A mano si fa quando i lavori sono piccoli. Una volta la malta veniva lavorata un giorno e una notte.

La malta può essere usata per gli intonaci e per gli allettamenti.

Intonaco di malta

L’ intonaco è un lavoro di rifinitura, protegge la muratura, ha la funzione igrometrica della casa e abbellisce la parte esterna.

Al di fuori dell’abitazione, l’intonaco protegge la casa dall’azione degli agenti atmosferici, quindi:

  • deve assorbire l’acqua e restituirla all’aria;
  • avere permeabilità al vapore evitando condense e gocciolamenti.

L’intonacatura rende le pareti lisce che poi vanno pitturate, e protegge gli assiti e il legno dagli incendi.

L’intonaco è formato da tre strati: rintaglio, arriccio e velo.

Il rintaglio è dello spessore di 1 o 2 cm e viene applicato con la cazzuola. Nell’impasto va messa sabbia grossa ma va ben livellato.

Sul rinzaffo va applicato l’arriccio che è dello spessore di pochi millimetri. Infine il velo rifinisce l’intonaco.

La malta può essere di  calce e cemento e di gesso. I primi due strati dell’intonaco sono importanti perché evitano alla malta di ritirarsi lasciando aperture.

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