Le tipologie di cemento per fare la malta

Il cemento è un materiale nuovo per l’edilizia. il più usato e combattuto dalla bioedilizia perché ha molti punti deboli. Si ricava dalla cottura a 1450° C di rocce calcaree in forni appositi, la roccia usata presenta il 20-27% di argilla e diventa un legante che indurisce anche con l’acqua.

I cementi possono essere naturali o artificiali, dalla cottura della roccia si produce il clinker che viene macinato con un sistema molto complesso per raggiungere la finezza desiderata. I cementi artificiali, il cui uso è sconsigliato dalla bioedilizia, sono ricavati dalla lavorazione di materiali dannosi, la legge purtroppo non richiede la provenienza del manufatto, i prodotti usati e il tipo di lavoro ma, bensì, vuole che i cementi devono resistere a 28 giorni.

Infatti nel preparare il cemento non vengono usati prodotti naturali ma quelli sintetici polimerici che aumentano la resistenza, sono nocivi e possono anche attaccare il ferro dell’armatura. Spesso viene aggiunta nella composizione del cemento la cenere di carbone che emana gas radioattivi. Il cemento è igroscopico, assorbe l’umidità ed è soggetto a ritirarsi quindi con degli additivi si rimedia a questi inconvenienti.

Essendo un cemento compatto non è traspirabile quindi usato per l’intonaco non ha un’azione igrometrica per la casa, e non assicura un clima sano per l’abitazione, inoltre le murature in cemento sono piccole di spessore per cui richiedono per l’isolamento altri materiali il cui costo aumenta la spesa di costruzione.

I cementi naturali si ricavano dalle marne cioè dalle rocce sedimentarie formate da calcare, argilla, alluminio e ossido di ferro. I cementi artificiali si ricavano dal miscuglio di calcari, silice, alluminio, ossido di ferro in dosi stabilite con l’aggiunta di diversi additivi.

Il cemento armato con tondini di ferro è stato considerato il più solido invece recentemente si è scoperto che le barre di ferro a contatto con l’umidità e l’ossigeno dell’aria vengono corrosi portando la struttura allo sgretolamento. Inoltre l’inquinamento, gli additivi aggiunti e gli scarti usati rendono questo materiale ancora meno sicuro dell’edilizia.

Secondo la legge oggi si possono ricavare mescolando dei materiali durante la macinazione del prodotto della cottura (clinker), essi sono resistenti alla maturazione di 28 giorni. I cementi sono: Portland, pozzolanico, d’altoforno, alluminoso, bianco, a presa rapida, antiacido. Il tipo più conosciuto è il Portland che secondo la legge è quello che viene ricavato dalla macinatura del clinker unito poi al gesso e anidride nelle giuste dosi per regolarizzare l’idratazione.

Il cemento odierno, diverso da quello ottenuto nel secolo scorso, è venduto a sacchi su cui sono scritti la provenienza, il produttore e la resistenza a compressione e a flessione dopo 28 giorni, e la dose d’acqua necessaria per l’impasto. La legge per quanto riguarda il cemento pozzolanico intende quel prodotto ottenuto dalla miscela della macinazione del clinker Portland e della pozzolana o materiale contenente gesso e anidridi utili al processo di idratazione.

Invece per cemento d’altoforno la legge si riferisce ad un composto di macinazione di clinker Portland e di loppa basica a grani di altoforno contenente gesso e anidride adatte all’idratazione. Questo tipo di cemento è criticato dalla bioedilizia.

Sui sacchi del cemento è riportata la resistenza del prodotto e se è seguita da una R vuol dire che dopo due giorni il composto è già resistente.

L’edilizia moderna utilizza il Portland 32,5, è un cemento che asciuga in poco tempo, è resistente ed è impermeabile; per gli intonaci si mettono 3-4 q di Portland in 1 mc di sabbia. Il cemento va impiegato per fondazioni, travi e pilastri ma non è abbastanza elastico per gli intonaci.