Stufe per il riscaldamento

Stufe in ghisa: la ghisa è una lega di ferro e carbonio, ha in minime quantità anche magnesio, fosforo e alluminio; questa lega ha molte qualità: ha un basso costo, ha resistenza, conducibilità termica e facilità di lavorazione.
Per la loro praticità, resistenza e bellezza sono inoltre le più diffuse.
Sono dotate di un meccanismo riscaldante che fa in modo che il calore si propaghi in tutta la stufa e in tutto il suo rivestimento.
Quest’ultimo, che può essere in ghisa ma anche in ceramica, maiolica e pietra ollare, accumula calore e lo trattiene anche dopo lo spegnimento della stufa.  Più è alta maggiore sarà il suo rendimento: il calore dei fumi che salgono cedono  il calore a tutta la stufa.
Deve avere una valvola che permetta di mandare i fumi  direttamente nella canna fumaria.

Stufe in ceramica: sono il risultato della cottura di un amalgama di caolino e argilla, entrambi costituiti da silicato di alluminio idrato.
Si distinguono ceramica maiolica, porcellana e terraglia.
Le stufe in ceramica possono essere “tradizionale piena” che funziona ad accumulo di calore, i fumi caldi cedono calore a tutta la struttura della stufa che a sua volta la cede all’ambiente circostante tramite irraggiamento, oppure “rivestite ad aria calda”, ha un corpo in ghisa rivestito in ceramica, riscalda più in fretta prendendo aria fredda dal basso tramite condotte interne e manda in alto l’aria calda.

Stufe in maiolica: è una stufa  con una ceramica rivestita di smalto, serve per successive decorazioni sia bianche che colorate, possono essere modulari che sono montate in una sola giornata e sono di varie dimensioni, oppure costruite sul posto e costruite secondo dimensioni  e forme varie.
Ambedue funzionano per irraggiamento e sono di solito costruite su tre piani ma anche a quattro o cinque se l’ambiente da riscaldare è molto ampio.
Internamente la stufa è costituita di materiale refrattario, unito alle piastrelle di maiolica con malta o cemento  e lo spessore tra piastrella e il refrattario è di circa 8cm.
I piani vengono fermati con uno strato di malta o silicone.
Nel momento in cui la stufa viene accesa bisogna lasciare aperta una porta cosi da permettere una buona combustione; la legna bruciata produce poca cenere che viene pulita due volte l’anno; la manutenzione è perciò minima ed è sufficiente un controllo ogni 10 anni.

Stufe in pietra ollare: sono stufe con una varietà di talco che deriva dalla composizione di magnesite e talco. Resistono al fuoco e al freddo, agli acidi e alle liscive, è facile da lavorare, accumula molto calore. Riscaldano tramite irraggiamento e il calore disperso è minimo in quanto l’aria arriva alla canna solo dopo aver ceduto la maggior parte del suo calore.
In 2-4 ore la stufa raggiunge il massimo della sua capacità di accumulo e emana calore per 6-10 ore consecutive con un notevole risparmio energetico.

Stufe a pellets: sono stufe alimentate con  un combustibile formato da tronchetti legnosi (pellets), di segatura compressa e scarti di legno. Contengono una percentuale di umidità molto bassa, per cui la resa termica è elevata e le ceneri sono minime.
Sono stufe ecologiche, ad alto rendimento termico, poco inquinanti e molto economiche dal punto di vista dei consumi.
Si possono controllare accensione, temperatura e spegnimento in maniera automatica;  se viene a mancare la corrente elettrica il funzionamento della stufa si interrompe per poi riprendere non appena viene ripristinata l’energia elettrica. Possono riscaldare dai 70 ai 200 m quadrati e possono essere autonomi o collegati ai termosifoni e all’impianto di riscaldamento.

Termo stufe a legna
: sono insieme camino, stufa e caldaia. Hanno una resa termica notevole. Come le caldaie, riscaldano l’acqua e diffondono il calore in tutta la casa tramite i termosifoni, in alcune stufe c’è anche l’uso del forno o vano fuoco.
Nell’ambiente in cui viene istallata la termo stufa è obbligatoria una presa d’aria esterna di 12 centimetri e nello stesso locale non devono esserci caldaie, camini, stufe o estrattori d’aria.
La canna fumaria è necessaria perché la stufa funzioni adeguatamente.
Ogni stufa deve avere una propria canna fumaria, di cui un tratto verticale di almeno 1,5 m dalla sommità della stufa e un diametro di 15 cm; non deve avere strozzature ne inclinazioni , deve essere a tenuta dei prodotti di combustione.
Il comignolo deve sporgere dal tetto almeno 40 cm cosi che il tiraggio sia favorito e soprattutto antivento.

Stufa in muratura: nota anche col di nome di Kachelofen, è molto diffusa in Germania e nei paesi del nord Europa ma anche nel nord Italia.
Riesce ad accumulare una quantità di calore molto elevata e a cederlo all’ambiente circostante in modo uniforme tanto che è stata rivalutata dalla bioecologia come uno dei riscaldamenti più salutari.  Il sistema di riscaldamento si basa sull’irraggiamento, l’aria ha una temperatura bassa mentre le pareti ne hanno una più elevata.
Di solito va collocata nel cuore della casa, tra la zona del soggiorno e quella della cucina, in modo strategico. Se ne possono trovare di due tipi: la stufa intonacata a calce e la stufa rivestita di piastrelle di maiolica (le olle); in genere attorno alla stufa c’è una panca di legno e anche la struttura sovrastante è in legno.
La Kachelofen va costruita sul posto, con pietra e materiale refrattario, ad opera di mastri fumisti; nel Sudtirolo invece continua la tradizione per cui ciascun capofamiglia costruisce, all’interno della propria casa, la sua stufa in muratura. 
Il fatto che riesca a trattenere bene il calore e che lo ceda un po’ alla volta fa si che si abbia un considerevole risparmio energetico; la legna va caricata solo 2 volte al giorno, al mattino e alla sera. Le piastrelle hanno un compito notevole, devono condurre il calore dal refrattario, ad una temperatura che varia tra i 400 e i 600 ° C, nell’ambiente circostante, per irraggiamento. 
Nelle case meno ricche ,di solito, le stufe in muratura erano rivestite in calce e tutto intorno veniva dotata di un struttura in legno per evitare che vi fosse un contatto immediato.